The Cultural Livingroom

questo è un salotto, lasciatevi coccolare dal nostro personale altamente qualificato mentre discorrete amabilmente di questo e di quello. il nostro maître, a nome del padrone di casa, vi augura una felice permanenza e vi invita a provare il nostro eccellente moscato.

Saturday, May 05, 2007

Storie Spezzate In Prosa - Capitolo I

SCENA PRIMA, Episodio I

Il grammofono nell'angolo aveva appena attaccato con un pezzo del vecchio Joe ("Cocker: come il cane, ma molto meglio" - almeno cosi gridava il cartellone che pubblicizzava il suo prossimo concerto in città). Paul, appoggiato al bancone (con la testa), stava buttando giù il secondo scotch, assorbendo le note sputate dal basso di T.M. Stevens ("un altro fottuto omonimo") che arrivavano dritte nel suo stomaco come onde di catrame denso e caldo. "Un vero balsamo questo catrame" - sbiascicò tra se e se accendendosi una sigaretta. Il night club era immerso in una luce pesante, scura. Gli uomini ai tavoli, immersi in tutt'altro, osservavano il numero di Nikki in apnea, spandendo attorno a loro odore di sigari e cuoio. Nel suo maledetto angolo il grammofono ora alternava alla voce di Joe il fruscìo rauco e addominale di un sax. La musica saliva a spirali in quell'aria fumosa mentre Nikki chiudeva il suo set mostrando il meglio di se. "Musica di classe, alcol di classe, puttane di classe" pensava tra se e il muro Paul mentre vuotava secco l'ultimo scotch, alzandosi. Con un cenno disinvolto della mano salutò Nikki, che usciva di scena, e Charlie, prima erede in linea diretta, già sul palco. Un attimo dopo, fuori dall'Oyster Night Club, Paul si accese la ventiquattresima sigaretta (una winston rossa che conservava gelosamente da anni). Nella sua testa i pensieri si rincorrevano come fanno il giorno e la notte: molto lentamente. All'angolo con Little Patrick Street, avvolto nel solito trench di pelle consumata, David Simon lo stava aspettando masticando tabacco Golden Virginia.
"Come stai Dave?"
- "La notte è fredda Paul, mi si stanno congelando le palle"
"Preferirei che mi chiamassi Mr Stevens..."
- "Ma vaffanculo, idiota"
Tra Paul e David la storia era semplice, ne avevano passate cosi tante assieme da non aver più segreti l'uno per l'altro. Erano come fratelli, con la differenza che nessuno dei due avrebbe mai ucciso l'altro e soprattutto che non lo erano. David, quello secco, squadrò la calibro nove che teneva nella mano sinistra. "Dovrebbero darci dei fucili per questo genere di lavoro" sputò acerbo. Paul annuì solenne, affogando la winston in una pozza d'acqua nera. "Diamoci una mossa, o presto potrò tagliare lastre di vetro con i miei fottuti capezzoli" disse quello secco stringendosi nel suo trench. Mezz'ora dopo erano davanti al portone di casa Shannon, suonarono.
"Chi cazzo è?" fece sospettoso il citofono.
- "Paul. E anche l'altro"
"Era ora, vi stavamo aspettando"
Dannati fratelli Shannon! Erano i soli a destreggiarsi nei vicoli della vecchia Belfast con maggiore abilità di Paul Stevens. Pochi secondi dopo Paul e quello secco fecero il loro ingresso in casa Shannon, accolti da Chris e Jack (citati in ordine alfabetico e di nascita, proprio come farebbe windows vista).
"Dov'è Shamalaya? È da tanto che non si vede giù all'Oyster" chiese garbatamente Paul puntando la sua colt sul vecchio Chris.
- "Si sta facendo la doccia, ha finito poco fa il turno da Ribbs" rispose Jack per il fratello "bevete qualcosa?"
"Un JD, niente ghiaccio" fece David duro.
"Per me un daiquiri. Al lampone" gli fece coro Paul sapendo che solo un uomo vero può chiederti un drink del genere senza sentirsi omosessuale.
Jack tornò subito con quattro bicchieri e li distribuì.
"Cosa dobbiamo fare questa notte?" chiese infine Chris rompendo il silenzio.
- "Già, per telefono non hai voluto spiegare nulla" rincarò Jack sorseggiando il suo cocktail preferito: rhum bianco e soda caustica.
"Dobbiamo incastrare Roger Rabbit" rispose secco quello secco "La paga è ottima: uno zero seguito da altri due zeri, ma preceduto da due cinque.... praticamente un full"
- "Ottimo. cosa farai con la tua parte Paul?" azzardò Jack svegliandosi di soprassalto.
"Penso che comprerò quindicimila vocali alla ruota della fortuna, Jack"
Paul si accese una sigaretta e trattenne il fumo nei polmoni finche i suoi alveoli non cominciarono a vomitare.
Quello secco, invogliato da tanta visione, sfoderò il pacchetto di Pall Mall scoprendo con disappunto che era vuoto. Per ripicca - e in assenza di alternative migliori - accese una lampadina, tenendo cosi fede al suo speciale sciopero dell'intelligenza. Nel frattempo i fratelli Shannon parlavano fitto e duro. Giannone, il loro gatto a righe orizzontali grigio-viola, emerse dalla cucina inghiottendo la stanza e si posizionò comodo (e duro) sulle ginocchia maschie di Paul Stevens. "Dannata bestia!!!" gli sorrise lui accarezzandolo con un badile. Ora anche David era immerso nel discorso dei due ospitanti e annuiva mesto colpendo ritmicamente il tavolino basso con il mento.
"PAUL!! DAVE!! mi era parso di sentire le vostre voci!!" esplose garrula Shamalaya Shannon presentandosi ai vecchi compagni di mille avventure avvolta nel suo accappatoio blu elettrico trascinando dietro di se galloni d'acqua.
"Sham! sta sera sei più bella di una stecca di Montecristo" fece Paul alzandosi per abbracciarla mentre Dave rispondeva al saluto della ragazza umida con un cenno del capo e uno sguardo denso di complicità. Da quel momento la serata aveva cominciato a decollare. Gli Shannon, vittime del whiskey, intrattennero il secco e l'altro con facezie sempre diverse. Dave, sbronzo duro, con una mano dava corda al mistico duo e con l'altra cingeva a se la bella Sham. Paul, dal suo angolo, osservava la scena. L'alcol ingerito trasformava corpi e oggetti in gocce di colore impazzite che si muovevano davanti ai suoi occhi. Mentre si accendeva la cinquantaseisima della serate fece irruzione nella conversazione, uccidendola a sangue freddo.
"Ragazzi, abbiamo un lavoro da portare in fondo. Andiamo" suggerì facendo sparire la T-shirt con su scritto 'The Boys Of The Old Brigade' sotto il maglione di lana e un paio di biglietti da cento nella tasca dei pantaloni. Salutò Sham con un bacio e precedette gli altri nella strada buia. Quella sarebbe stata l'ultima notte per Roger Rabbit, pensò. E abbozzò un ghigno.

1 Comments:

Anonymous Anonymous said...

ben presto il capitolo due!!! featuring Verity Wilde and Gladys Evans.

04:51  

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